È stato eletto “batterista più influente di tutti i tempi”. È stato uno dei batteristi più famosi del XX secolo. È giusto definirlo “il più grande batterista mai esistito” (secondo le parole di Gene Krupa)?
Ha suonato con leggende del jazz come Count Basie, Ella Fitgerald e Nat King Cole. È stato il migliore amico (e rivale) di Frank Sinatra. Ha lasciato il segno nel mondo della batteria con il suo stile personale e virtuoso.
Buddy Rich ha lasciato un grande segno nella batteria, ma non era esente da odio.
Uno stile unico
Buddy Rich era noto soprattutto per il suo straordinario stile di batteria, sviluppato in decenni di duro lavoro.
Padroneggia sia l’approccio ruvido che quello delicato al kit, anche se è noto soprattutto per il suo drumming potente e complesso.
Uno dei suoi marchi di fabbrica era la capacità di suonare ad altissima velocità e l’uso estensivo di hi-hat piuttosto che di grancassa. Aveva molti altri assi nella manica, pensati per impressionare il pubblico e fornire un’ampia varietà di suoni e strati durante gli assoli. Uno di questi trucchi era la rullata a una mano, piuttosto difficile da padroneggiare anche a ritmi lenti. Un altro marchio di fabbrica del suo modo di suonare era l’uso di un’impugnatura coordinata sui tom da pavimento durante gli assoli di cross-sticking. Aveva anche uno stile impeccabile con le scope.
La sua tecnica impeccabile e il suo approccio audace si adattavano perfettamente al suono delle big band jazz popolari negli anni Trenta e Quaranta.
Il suo stile virtuoso e tecnicamente impeccabile ha influenzato batteristi rock come John Bonham, Phil Collins e Roger Taylor.
È strano che Buddy Rich disprezzasse la musica rock.
Ha dedicato tutta la sua vita al jazz, mantenendolo popolare anche dopo la sua “età dell’oro” e considerando gli altri generi e stili come molto inferiori.
Ma questo giudizio severo, che spesso esprimeva ad alta voce, era solo uno dei pochi aspetti della sua personalità nervosa e del suo temperamento asciutto.
Un bambino prodigio
Buddy Rich si avvicinò per la prima volta al palcoscenico all’età di due anni. I suoi genitori erano artisti di vaudeville e, visto il suo naturale talento musicale, decisero di inserirlo nel loro spettacolo.
All’età di sedici anni, era il secondo giovane artista più pagato degli Stati Uniti, subito dopo il leggendario comico Jackie Coogan.
La sua carriera decolla rapidamente. Negli anni ’40, appena ventenne, divenne uno dei più famosi bandleader e batteristi jazz di tutti i tempi.
Senza dubbio, era unico nel suo genere, come indica la sua lapide a Los Angeles. La sua grandezza musicale era pari solo alla sua devozione al lavoro. Nonostante i problemi di salute che lo hanno accompagnato per tutti i sessant’anni, ad esempio, non ha mai smesso di suonare fino alla sua morte, avvenuta nel 1987.
I suoi detrattori, tuttavia, tendono a sottolineare la sua personalità difficile e il suo atteggiamento tirannico piuttosto che il suo immenso talento.
Una leggenda controversa
Buddy Rich è stato indubbiamente una leggenda, ma alcuni suoi comportamenti lo hanno reso una figura alquanto controversa, disprezzata o adorata.
Il suo temperamento focoso, i frequenti scoppi d’ira e l’approccio tirannico alla gestione delle sue band lo hanno reso non solo uno dei musicisti più amati di tutti i tempi, ma anche una delle celebrità più odiate.
Non è raro trovare online commenti odiosi che sottolineano come le sue cattive maniere avrebbero dovuto impedirgli di essere considerato “il migliore”.
Dopotutto, ascoltando le registrazioni dei suoi sfoghi, possiamo tutti simpatizzare con i suoi poveri compagni di band, che venivano rimproverati brutalmente su base regolare.
Le registrazioni segrete dei suoi sfoghi venivano effettuate sugli autobus delle tournée e nei camerini. Deciso a documentare il comportamento controverso del suo direttore d’orchestra, il pianista jazz Lee Musiker adottò questa peculiare (e un po’ dubbia) abitudine durante le tournée con Rich negli anni Ottanta.
Oltre a essere prepotente con i membri della sua band, Buddy Rich litigava spesso con l’amico e rivale Frank Sinatra. Si dice che i due leggendari musicisti jazz abbiano mantenuto un rapporto di amore e odio per tutta la vita. La competizione tra i due era piuttosto brutale, ma la loro amicizia avrebbe resistito alla prova del tempo.
Buddy Rich era anche piuttosto orribile con i fan, rifiutandosi di incontrarli e salutarli, spesso in modo brusco.
Era estremamente competitivo e vedeva gli altri batteristi e musicisti jazz (non solo l’amico Sinatra) come una minaccia al suo successo.
Uno degli episodi più famosi che ritraggono la personalità spigolosa di Buddy Rich riguarda Billy Cobham. Provenendo da una generazione più giovane, Cobham venerava Buddy Rich come un vero maestro. Quando ebbe l’opportunità di incontrare il suo eroe della batteria, il giovane musicista gli chiese di autografargli il rullante. Come pensate abbia reagito Buddy Rich? Beh, non firmò lo strumento, ma lo gettò dalle scale!
Ha anche maltrattato altri batteristi jazz che si avvicinavano a lui per popolarità e tecnica, spesso con battute offensive e rabbiose.
A più di trent’anni dalla sua morte, possiamo oggi valutare se sia accettabile venerare una celebrità così rozza e tirannica?
In realtà, non esiste una risposta giusta o sbagliata a questa domanda.
Naturalmente, con la nostra sensibilità moderna, tendiamo a vedere l’uomo e l’artista come un tutt’uno. Se un artista è maleducato, spesso non ci piace l’intero suo lavoro.
Tuttavia, Buddy Rich era un musicista incredibile, non c’è dubbio. Forse non dovremmo considerarlo come “il migliore dei migliori”, tenendo conto che anche una cattiva leadership in una band può influire sulle prestazioni. D’altra parte, dobbiamo riconoscere il suo incredibile talento e la sua importante eredità per generazioni di batteristi.